domenica 4 ottobre 2009

SENZA PASSATO NON C'E' FUTURO

La lotta civile e democratica che con forza e con coraggio Salvatore Borsellino conduce per la verità e la giustizia di suo fratello e di noi tutti in questo paese dove l'emergenza democratica e la “questione morale” che 30 anni fa veniva denunciata da Enrico Berlinguer, l'allora segretario del Partito Comunista Italiano, e che si manifesta sempre più come elemento centrale dei problemi politici in Italia , non si è fermata il 19 Luglio a Palermo e non si fermerà neanche il 26 settembre a Roma.
L'agenda rossa, simbolo sporco di sangue e delle verità occultate della seconda repubblica, riesce a diventare sempre più elemento centrale della denuncia civile nell'immaginario collettivo italiano.
Ed è così che le “agende rosse” le troviamo a manifestare ovunque: a New York sotto il palazzo di vetro sede dell'O.N.U. , a Palermo in via d'Amelio nel 17° anniversario della strage, le troviamo sfilare a Roma accalcandosi a fianco di Salvatore, le troviamo sfilare di nuovo la settimana successiva alla manifestazione nazionale per la libertà di informazione lanciata dal sindacato dei giornalisti del 3 ottobre, le troviamo esibite con durezza e con parole pesanti all'interno del parlamento e come pezzi di un puzzle le troviamo all'interno delle procure interessate che conducono indagini e raccolgono testimonianze dopo questi lunghi 17 anni.
L'agenda rossa l'abbiamo trovata anche nella bocca del premier Berlusconi e nelle sue intimidazioni pubbliche di qualche settimana fa alle procure che svolgono il loro mestiere al servizio dei cittadini e dello stato e che oggi più che mai hanno bisogno dell'intervento e della mobilitazione della società civile a sostegno del loro lavoro.
L'agenda rossa non è il simbolo di un movimento politico specifico e ogni cittadino ha il diritto/dovere di sapere e di denunciare allo stato la sua voglia di verità per la storia del suo paese e l'agenda rossa deve diventare il simbolo di tutte le coscienze democratiche che lottano in Italia per la libertà e la giustizia , per un paese libero che abbia quindi il coraggio di fare i conti con il proprio passato , per un paese diverso che sappia declinare al futuro queste parole che sono state scritte ed enunciate dai nostri padri costituenti nell'atto di scrivere con il sangue versato nella Resistenza al nazifascismo la costituzione repubblicana, per un paese democratico che non abbia paura dell'informazione e delle procure che indagano.
Scriviamo,parliamo,manifestiamo nelle nostre città, consegnamo le agende rosse ai nostri politici, interveniamo nei dibattiti pubblici perchè ogni italiano alla fine si possa chiedere:
ma cosa è questa maledetta agenda rossa? Perchè i politici siano costretti a spiegare, perchè le istituzioni siano costrette a rispondere, perchè le procure siano legittimate nelle loro indagini e forti nell'opinione pubblica, e perchè la verità e la giustizia per un uomo di stato come Paolo Borsellino prenda il sopravvento sugli interessi della casta e della mafia.
E sarà allora, solo allora, che il nostro paese finalmente si guarderà allo specchio e farà finalmente i conti con il suo tragico passato.

Eroe è chi fa quello che può

Simone C.

2 commenti:

  1. "il coraggio di fare i conti con il proprio passato"? la mafia e gli intrecci tra mafia e politica non sono passato, sono il nostro pressante presente. Hai letto di Arnone escluso dal PD in Sicilia? E del comune di Fondi? Questo stato non vuole combattere la mafia, bisogna avere la forza di accettare la verita', e, disperati, resistere resistere resistere.

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  2. Nell'articolo si intende che bisogna analizzare e scoprire il passato per comprendere il presente e solo allora potremmo avere un futuro diverso. Lo stato siamo noi e anche se ci sono settori più o meno ampi che sono collusi con la mafia non dobbiamo dimenticarlo.
    Fino a quando non sapremo per verità giudiziarie accertate chi sono stati i mandanti occulti della strage di via d'Amelio (come anche di altre stragi)non sarà stata fatta giustizia. Per questo , come dici tu , dobbiamo resistere , perchè lo stato siamo noi , perchè lo stato in via d'Amelio è stato ucciso..siamo stati uccisi tutti insieme a Paolo.

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